Cosa possiamo
aiutarti a trovare?
Ricerche suggerite

Torna al Journal
Venezia, obiettivo "giustizia climatica" dopo l'alta marea
L'allarme che sta interessando il capoluogo veneto è sotto i riflettori nazionali. Un disastro annunciato? Il gruppo locale dei Fridays for Future punta il dito contro il Modulo Sperimentale Elettromeccanico e le mosse della politica locale: "I cittadini e le cittadine, in questi 50 anni, hanno sempre saputo da che parte stare: contro il MO.S.E., contro le grandi navi, contro ogni scavo in laguna". Intanto arrivano notizie confortanti: le scuole sono state riaperte ed è cessato il codice rosso degli ultimi giorni.
Arte e società
Le visite di personalità poliche o di altri ambiti, secondo le parole degli attivisti dei Fridays for Future di Venezia/Mestre, sono state passerelle di circostanza. È in particolare il MO.S.E. (MOdulo Sperimentale Elettromeccanico), inoltre, ad essere al centro della bufera: si tratta del un progetto/opera di ingegneria civile, ambientale e idraulica (o anche geoingegneria), tuttora in fase di realizzazione, finalizzato alla difesa di Venezia e della sua laguna dalle acque alte, attraverso la costruzione di schiere di paratoie mobili a scomparsa poste alle cosiddette bocche di porto di Lido, di Malamocco e di Chioggia, in grado di isolare temporaneamente la laguna di Venezia dal mare Adriatico durante gli eventi di alta marea. "Con 1,90 metri di acqua alta - sottolineano i giovani attivisti in una nota sulla loro pagina Facebook - il MO.S.E. sarebbe stato inutile in ogni caso, dato che la marea ha inondato Pellestrina e buona parte della ‘striscia di terra’ che separe mare e laguna. Attorno a questo progetto sono stati gettati al vento miliardi, tra corruzione e finanziamento ad un’opera criticata e bocciata da tutti coloro che corrotti non erano. I cittadini e le cittadine, in questi 50 anni, hanno sempre saputo da che parte stare: contro il MO.S.E., contro le grandi navi, contro ogni scavo in laguna utile a questi mostri. Come Fridays for Future siamo sempre stati al fianco di queste persone e di quei comitati e associazioni che hanno lottato per una città diversa, libera dalla morsa speculativa di chi l’ha sempre gestita solo come una miniera d’oro da cui ricavare più ricchezza possibile per pochi, sulla pelle di tante e tanti”.
Il gruppo dei Fridays fot Future non è il solo ad essere critico verso l'opera: “Il record dell’acqua alta a Venezia e l’eterna vicenda del MO.S.E. - si legge in una nota del WWF sul loro sito - dimostrano come non basti mai operare con la sola logica delle grandi opere pubbliche quando si devono affrontare fenomeni naturali esponenzialmente più frequenti e intensi per effetto dei cambiamenti climatici, quindi ampiamente prevedibili e previsti”. Quale futuro attende Venezia? Riuscirà la città a rialzarsi in tempi brevi? Di certo, al suo fianco, non mancheranno i ragazzi del Fridays For Future: “Ogni venerdì e non solo - scrivono i giovani attivisti nella loro nota - scendiamo in piazza contro i cambiamenti climatici, per la giustizia climatica. Da due giorni ci siamo messi a lavoro per portare solidarietà e mutuo aiuto a tutta la cittadinanza, ci siamo messi a disposizione per dare una mano nelle calli, nelle botteghe, nelle case, nelle scuole e nelle biblioteche. Abbiamo voluto ricreare un senso di comunità reale, che davanti alla tragedia non si affligge, ma si rialza e resiste (...) È fondamentale continuare a portare aiuto e solidarietà a chi ne ha bisogno, ma è altrettanto importante indicare i responsabili di questa crisi e chiedere provvedimenti seri e radicali per la salvaguardia della nostra città e del mondo intero. Rilanciamo momenti di discussione, mobilitazioni di solidarietà e aiuto diretto per i prossimi giorni”.