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Una vita senza tecnologia
Stefano Capellaro, un 36enne di Piedicavallo a Biella, vive immerso nel verde nella baita di un amico, senza smartphone o TV. Scopriamo la storia del ragazzo che, nella sua quotidianità, ha sposato la natura.
Arte e società
Il 36enne vive a casa di un suo amico, in una baita senza elettricità e acqua corrente, situata a 1144 metri d'altitudine (per raggiungerla occorre camminare per circa mezzora). Non è solito recarsi a fare la spesa, perché si "rifornisce" diversamente: quando la stagione lo permette, va a funghi; si nutre con ciò che la terra offre, grazie alle sue coltivazioni; segue le sue capre, che munge direttamente per bere poi il loro latte. L'immersione nella natura è totale: per lavarsi si reca nel torrente Cervo, anche in inverno, quando le temperature sono sotto lo zero. Il tempo libero è dedicato alla passione per la lettura: come riportato nell'intervista, alla sera, a lume di candela, si dedica alla lettura; attualmente è agli ultimi capitoli di un classico, "La fattoria degli animali" di George Orwell.
Da questi pezzi del puzzle della sua vita, si denota subito il suo amore per l'ambiente. "Ritengo – ha affermato Capellaro nell'intervista a "La Stampa" - che non ci sia nulla di più diseducativo della televisione. Per quanto riguarda il cellulare non ne ho mai avuto uno: non so perché ma immaginavo che sarebbe stato il responsabile della vera solitudine che ha colpito i giovani di oggi. A volte taglio legna oppure zappo l'orto per racimolare qualche soldo, ma a me basta poco. Meno di 50 euro al mese sono più che sufficienti. Questa vita non mi è capitata, me la sono cercata. La vera alienazione è quella che vivono le persone che stanno in città, schiave del lavoro, del denaro e sempre più stressate".
In copertina un'immagine di Piedicavallo.