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Tra riciclo e sostenibilità: a Cittadellarte il workshop "Circulary Fashion"
L'8 e il 9 ottobre, negli studios di Fashion B.E.S.T., si è tenuto un laboratorio che ha visto la partecipazione di 11 studentesse internazionali del Fashion Institute of Technology di New York. Scopriamo tutti i dettagli dell'esperienza formativa.
Arte e società
Il modulo è stato curato da Silvio Betterelli (docente di Fashion Design del FIT in Milan e Head of Fashion di Cittadellarte) e Laura Cortinovis (textile designer). “Abbiamo scelto - spiega Silvio - due tecniche tra quelle che abitualmente adoperiamo per i nostri progetti. La prima riguarda il riciclo creativo con il cosiddetto ‘recyclyng upcycling’, che consiste nel rimettere in circolo scampoli di tessuti, avanzi di produzioni e vecchi abiti di abbigliamento per studiare come realizzare nuovi capi partendo da materiali già esistenti. Le ragazze, poi, hanno lavorato con materie prime di scarto che, attraverso le tecniche di costruzione e realizzazione del feltro, danno vita a nuovi tessuti per ottenere del materiale destinato al confezionamento dei nuovi capi”. Le studentesse, inoltre, hanno portato a Cittadellarte le ricerche visive - e quindi i loro moodboard - che stanno usando a Milano per il loro portfolio; un aspetto che ha permesso di delocalizzare su Biella, per alcuni giorni, il loro progetto di laurea.
La due giorni ha visto la partecipazione anche della docente di modellistica, sartoria e drappeggio per la senior collection del FIT Barbara Mugnai e del resident coordinator del progetto Davide Volontè. “La nostra collaborazione con Cittadellarte - ha affermato Volontè ai nostri microfoni - è preziosa. Con Fashion B.E.S.T. si ha a che fare con un contesto internazionale, ma che si lega alle tradizioni e alle eccellenze del territorio. Iniziative come questa permettono agli studenti di conoscere da vicino la moda sostenibile e di lavorare sulla manipolazione dei materiali. Questi due giorni portereanno nuove conoscenze e consapevolezze nel loro percorso formativo”. Barbara Mugnai si è poi concentrata sulla manualità: “Gli studenti - argomenta la docente - a causa dell'intenso uso degli smartphone e dei social network, sono abituati a utilizzare app che funzionano semplicemente muovendo un dito o con un click. Va considerato, però, che le mani hanno un'intelligenza, citando ‘L'uomo artigiano’ di Richard Sennet. Ecco, è in workshop come questo che gli studenti possono imparare a costruire un materiale, imparando la pazienza, la perseveranza, la tenacia e anche la frustrazione. Come insegnante, credo che queste siano le emozioni che ti fanno costruire non solo un capo, ma una vita. A volte basta metterci le mani”.