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Serie A Tim, Fabio Capello e quei parallelismi tra l'allenatore di calcio e l'artista - VIDEO
L'ex allenatore di squadre come Juve, Milan, Roma e Real Madrid è stato intervistato nell'ambito di un servizio di approfondimento internazionale dedicato al campionato di calcio Italiano. Capello, oltre a offrire una visione sui top team della stagione, ha messo in luce il binomio tra creatività artistica e mestiere del coach e, non a caso, il filmato è stato realizzato alla Galleria Stein che attualmente (e al momento delle riprese) ospita una mostra di alcuni Quadri specchianti di Michelangelo Pistoletto.
Arte e società


“La prima cosa che un allenatore deve considerare - ha affermato - è sapere che colori ha in mano e in base ai materiali deve sapere creare. Ci sono mister che con pochi e poveri materiali sono riusciti a fare grandi cose. Nel mondo del calcio è così. Ci sono quelli che con lo stesso materiale rovinano l'opera. Quindi gli allenatori vanno visti a seconda delle prospettive, delle ambizioni e della capacità di saper amalgamare i materiali che hanno in mano”. Questo binomio tra creatività e calcio non è stato citato casualmente da Capello, in quanto grande appassionato di arte. “Quando ero alla Juventus - questo l'aneddoto raccontato da Capello - ho cominciato a occuparmi di arte contemporanea con Italo Allodi. Già a quei tempi facevo un semplice ragionamento: invece di usare il denaro per cambiare macchina ogni anno, preferivo acquistare 1 o 2 quadri all'anno. E questo consiglio l'ho sempre dato a tutti miei giocatori quando facevo l'allenatore. Dicevo: ‘Ragazzi, fatevi suggerire da chi sa quali quadri (e di quali artisti) acquistare’. L'arte, infatti, è emozione, è cultura, è una ricerca assoluta del bello. Fortunatamente qualcuno ha seguito questo suggerimento e questo mi fa molto felice”.