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"Rinascimento e Rinascita", a Pordenone un viaggio artistico da Leonardo da Vinci a Michelangelo Pistoletto
Il 2 luglio, presso il Convento di San Francesco di Piazza della Motta, si terrà una conferenza curata da Paola Salvi, docente di Semiologia del corpo all’Accademia di Belle Arti di Brera e ambasciatrice Rebirth/Terzo Paradiso. Scopriamo tutti i dettagli.
Arte e società

Paola Salvi, una delle massime studiose di Leonardo da Vinci - con particolare riguardo al disegno, agli studi anatomici, alla trattatistica e alle modalità rappresentative e di visualizzazione - è autrice di decine di saggi e libri sull’artista, nonché curatrice di importanti mostre e convegni. Domani porrà la luce sul cosiddetto Uomo Vitruviano, il disegno più famoso del mondo: “Leonardo – spiega Paola Salvi - lo realizzò a Milano, o forse a Pavia, intorno al 1490, negli stessi anni in cui studiava sistematicamente le proporzioni del corpo umano. La figura coincide con le posizioni descritte da Vitruvio nel suo trattato sull’architettura e riprende il canone proporzionale di Leon Battista Alberti.

Da questa analisi si evincono i primi parallelismi con Pistoletto: Leonardo metteva in guardia l’artista dal riproporre le proprie fattezze facendo riferimento ad un corpo ideale determinato dalla geometria del cerchio, del quadrato e del triangolo, mentre il maestro biellese - con l’opera Segno Arte (1976) - ha ricercato una forma geometrica che, partendo dal proprio corpo, lo contenesse avendo un solo centro, l’ombelico. “Con ‘Segno Arte – Uomo Vitruviano (1976‐2007)’ - continua la docente - l’Uomo di Leonardo ha incontrato il pensiero dell’artista contemporaneo. Pistoletto ha infatti sostituito al proprio corpo con quello dell’Uomo Vitruviano di Leonardo, dando luogo ad un’opera in sei elementi che, partendo dalla misura dell’uomo inscritto nel quadrato, giunge, in ‘sequenza’, a Segno Arte. Passando dal valore metrico, come centro del corpo misurato, al valore simbolico, Pistoletto ha richiamato l’attenzione sull’ombelico come ‘segno’ della nascita. Di conseguenza il corpo oggetto dell’interesse della contemporaneità non è più quello, rigidamente schematizzato nelle proporzioni, del corpo maschile del Rinascimento, ma quello più fluido del corpo femminile, cui è affidata la procreazione e il mantenimento della specie umana”.