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Quanto costerebbe una barretta di cioccolato senza lavoro minorile?
Uno studio realizzato da ricercatori dell’università dell’Arkansas ha dimostrato che aumentare il costo del cioccolato potrebbe eliminare l'uso di manodopera infantile in Africa.
Arte e società
Secondo i loro studi, questo 2,8% si riferisce al lavoro minorile più ‘estremo’ (ad esempio quello che può risultare pericoloso o che impegna per oltre 42 ore a settimana). Per porre rimedio ai turni ‘normali’, ovvero quelli tra le 13 e le 14 ore settimanali, sarebbe necessario un aumento dei costi del 12%, mentre per la ‘cessazione’ totale del lavoro di bambini e ragazzi addirittura del 47%.
Luckstead e Nalley basarono le loro ricerche sul Ghana, il secondo più grande produttore di cacao nel mondo, con più di 700mila minori coinvolti, spesso in attività pericolose come il carico di sacchi pesanti o l'utilizzo di attrezzi affilati. Nonostante gli studiosi non abbiano analizzato se i consumatori sarebbero disposti a pagare di più, questi suggeriscono che il Ghana potrebbe diventare economicamente più competitivo dichiarando il suo cacao come child labour-free. “Se riesce a ridurre o eliminare le peggiori pratiche di lavoro minorile - si legge nello studio - il Ghana potrebbe etichettare il suo prodotto come libero di manodopera minorile, cosa che differenzierebbe il suo cacao da altri paesi e migliorerebbe la sua commercializzazione”. Se non è per l'etica, almeno è per il business.