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Nobel per la pace 2019 ad Abiy Ahmed Ali: “Un premio assegnato all’Africa”
Venerdì 11 ottobre, a Oslo, il comitato norvegese ha annunciato che il vincitore del prestigioso riconoscimento è Abiy Ahmed Ali, premier etiope. A pochi mesi dall'inizio della sua carica, ha messo in atto importanti riforme e ha attuato una mediazione dei conflitti presenti ai confini tra Etiopia ed Eritrea ponendo fine alla guerra militare.
Arte e società
Tra gli altri possibili vincitori figuravano i seguenti 'candidati': Greta Thunberg, conosciuta in tutto mondo soprattutto per la sua determinazione nel voler generare un cambiamento in termini ambientali; Raoni Metuktire, leader indigeno e figura significativa contro la deforestazione in Amazzonia; Jacinda Ardern, a capo dell’esecutivo neozelandese, che è salita alla ribalta mondiale per aver lottato strenuamente contro la diffusione delle armi in seguito ad un episodio in cui un supremazista bianco uccise dei musulmani in una moschea a Christchurch.
È comprensibile leggere determinati nomi tra i possibili vincitori di un premio per la pace, si tratta di figure le cui azioni sono volte a riportare ordine in tutti gli ambiti nei quali ognuno è specificatamente interessato; un ordine che diventa sinonimo di pace nei confronti di quella che può essere definita una guerra, il cui attacco è finalizzato al clima, all’ambiente e alle differenze sociali. È vero, però, che il premier etiope ha condotto una vera e propria mediazione dei conflitti riuscendo a recuperare delle situazioni che si presentavano come tragiche ed è riuscito, con le riforme messe in atto, a dare fiducia a un paese che aveva perso le speranze. Alfred Nobel, fondatore del premo per la pace, riteneva comunque che il riconoscimento che ha preso il suo nome debba dar merito a coloro che contribuiscono “al gemellaggio dei popoli e all’eliminazione o alla riduzione delle armi, nonché formare e promuovere congressi di pace”.