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Legambiente lancia l'allarme: mutamenti climatici in tutta Italia
L'associazione ambientalistica ha reso pubblica l'analisi dell’impatto dei mutamenti climatici nelle aree urbane della nostra penisola, rivelando dati non confortanti. Il dossier, intitolato "Il clima è già cambiato", ha mostrato gli eventi giudicati "estremi" nelle città italiane dal 2010 ad oggi.
Arte e società
L'analisi si concentra sulle città, in quanto nuclei nei quali vive la maggior parte della popolazione mondiale e 'ambito' più a rischio per le conseguenze dei cambiamenti climatici. In quest'ottica, episodi di piogge, trombe d’aria ed ondate di calore hanno ormai assunto proporzioni crescenti e destinate ad aumentare: negli ultimi nove anni - fino a novembre 2019 - sono stati registrati danni rilevanti in 350 Comuni dovuti al maltempo, 73 giorni di stop a metro e treni e 72 giorni di blackout elettrici; è aumentata, inoltre, la frequenza e gli impatti delle ondate di calore. Come riportato nel dossier, per comprendere il peggioramento basta guardare i dati del 2018, anno in cui l'Italia è stato colpita da 148 eventi estremi, che hanno causato 32 vittime e oltre 4.500 sfollati. Quali sono le città più colpite? Roma, Milano, Genova, Napoli, Palermo, Catania, Bari, Reggio Calabria e Torino.
“L’esatta conoscenza delle zone urbane a maggior rischio sia rispetto alle piogge che alle ondate di calore - si legge nella nota stampa di Legambiente - è fondamentale per salvare vite umane e limitare i danni, in modo da pianificare e ottimizzare gli interventi durante le emergenze e per indirizzare l’assistenza, ma anche per realizzare interventi di adattamento che favoriscano l’utilizzo dell’acqua, della biodiversità, delle ombre per ridurre l’impatto delle temperature estreme negli spazi pubblici e nelle abitazioni (...). Purtroppo l’Italia è l’unico grande paese senza un piano di adattamento al clima, che permetterebbe di individuare le priorità di intervento e ripensare il modo in cui si interviene a partire dalle città. Legambiente chiede al governo di approvare quanto prima il Piano di adattamento e di mettere le città al centro delle priorità di intervento”.