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"Le buone erbacce", alla scoperta del vero cibo naturale con Gigi Manenti
Qual è la funzione e la gestione delle erbe spontanee degli orti? Abbiamo intervistato Gigi Manenti, titolare dell'ominima azienda agricola e relatore dell'appuntamento organizzato da Let Eat Bi: "Non esiste agricoltura eco-compatibile - ha affermato ai nostri microfoni - senza lo studio della filiera nutrizionale delle piante e un'applicazione ad hoc di questi principi".
Arte e società
Abbiamo intervistato Gigi Manenti, che, ai nostri microfoni, ha anticipato alcuni tematiche che verranno approfondite durante l'iniziativa. L'agricoltore ha esordito mettendo in luce una criticità: “Uno dei più grandi problemi del nostro settore - esordisce Manenti - è che numerosi addetti ai lavori asseriscono di lavorare in modo eco-compatibile, ma, in realtà, fanno un'agricoltura organica, buttando ‘di tutto’ nel terreno, come i concimi, che non hanno nessuna attinenza con la coltivazione naturale. I campi, con queste 'forzature', diventano il regno delle erbacce, ossessione per chi si occupa di orti. A questo proposito, è significativo come nei posti abbandonati o incolti la vegetazione sia estremamente più rigogliosa rispetto agli orti: le piante, infatti, hanno dei criteri specifici per nutrirsi e per poter ‘mangiare’ in situazione naturale e, in quest'ottica, sono fondamentali funghi e microorganismi che si trovano sotto terra. Dovrebbero essere nozioni di base per chi è del mestiere, basterebbe studiare e basarsi sulla microbiologia dei suoli e sulla filiera nutrizionale delle piante in natura. È da 25 anni che noi non usiamo concimi, ma, in genere, nell'agricoltura industriale si fa un grande uso di quelli che contengono azoto”.
Questi ultimi, come sottolineato da Manenti, hanno permesso di aumentare la produzione del cibo, ma a discapito della qualità. Qual è la conseguenza? Un'inesorabile distruzione della biodiversità. L'agricoltore, quindi, illustra come ottenere un'agricoltura diversa e realmente sostenibile: “Deve essere incentrata - spiega - sui bisogni delle piante. Chi le fa crescere deve conoscerle specie per specie, creando così un rapporto con la terra molto più profondo. Questo vuole dire mettere in atto tecniche e modi per seminare adeguatamente le piante da orto. La questione di fondo è che le piante, per vivere e crescere bene, hanno bisogno della luce, oltre ai nutrimenti: le erbe vicine, quando sono più alte, coprono la luce alle prime e questo non va bene”.
Rimandendo in tema di 'erbacce', come annuncia il titolo dell'incontro, Manenti spiega che non dovrebbe esistere accezione 'negativa': “Le piante - racconta - creano una rete sotterranea e ognuna vi partecipa: in natura sono sempre complementari tra di loro, non ci sono le erbacce 'cattive'. Questo è il cruccio di tutti quelli che fanno l'orto, ovvero il problema di quelle ritenute erbe infestanti. Questa, però, è una definizione sbagliata: come detto non esistono erbe infestanti, sono tutte complementari fra loro. Per ovviare al problema delle 'erbacce' basterebbe una gestione del suolo coerente con la loro crescita: così queste esisterebbero ugualmente, ma non sarebbero invadenti e non inficerebbero sulla crescita delle altre piante”.
Come arrivare al mix di sostenibilità e innovazione? Il biologico è una soluzione virtuosa? “Sono fondamentali - argomenta Manenti - consapevolezza e coerenza, sia nella coltivazione sia nella scelta della nostra alimentazione. Andrebbe anche fatta una distinzione tra i prodotti realmente naturali e quelli che si limitano a essere organici, perché chi fa acquisti deve essere in grado di differenziare. A questo proposito, l'agricoltura bio è sicuramente meglio di quella chimica, ma non basta, perché spesso non tocca l'aspetto base, ovvero la crescita naturale delle piante. In generale, la priorità non è far caso al tipo di sostanze che vengono utilizzate, bensì a un uso consapevole e sostenibile della gestione del suolo. C'è bisogno di un unico modello di agricoltura e quella che oggigiorno viene definita la normalità di coltivazione non è assolutamente tale. Non pensate che io sia radicale nei miei pensieri: noi non facciamo altro che studiare le piante e fare un'agricoltura realmente naturale”.
Per prendere parte all'appuntamento - 10 euro il costo per partecipare - è necessario prenotarsi scrivendo una mail a leteatbi@cittadellarte.it o scrivendo un messaggio al numero 348.2106708 entro il 9 maggio.
