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La rinascita del sapere artigiano e della cultura materiale, a Cittadellarte il talk "La ragione nelle mani"
Venerdì 8 ottobre 2021 alle 18, nell'ambito del "Festival della Creatività Sostenibile", la Fondazione Pistoletto ospita il talk sul progetto e sul libro "La ragione nelle mani" di Stefano Boccalini. L'appuntamento, che propone una riflessione sui modi della risignificazione di saperi artigiani, sarà moderato da Patrizia Maggia e vedrà la partecipazione dell'autore e di Sergio Cotti Piccinelli, Alessandra Pioselli e Sonia Polliere.
Arte e società
L'artista
Stefano Boccalini, vive a lavora a Milano, insegna Arte pubblica alla NABA di Milano, è direttore artistico di Ca’Mon - Centro per l’Arte e l’Artigianato della montagna di Monno (Valle Camonica) e consulente scientifico dell’Archivio Gianni Colombo. È stato tra i fondatori di Isola Art Center a Milano e vicepresidente di ART For The World Europa (2014-2019). Nel 2020, con il progetto La ragione nelle mani, è stato tra i vincitori della VIII ed. dell’Italian Council. Il rapporto con lo spazio è sempre stato l’elemento caratterizzante il suo lavoro: sviluppandosi all’inizio nelle relazioni con l’architettura e la natura, successivamente questo rapporto si è trasformato attraverso un insieme più complesso di fattori, sociali e antropologici, che mettono al centro della ricerca l’individuo e le comunità. Da quando la parola è diventata protagonista del suo percorso, l’opera si pone come momento di riflessione collettiva per ridare peso specifico al linguaggio, che diventa il mezzo con cui contrapporre al valore economico il valore del comune. Oggi la sua ricerca si concentra prevalentemente in quelle aree che sono considerate decentrate, in particolare la Valle Camonica, un territorio dove l’artista lavora all’attivazione di processi di consapevolezza legati ai saperi locali. Le sue opere sono state esposte in musei e gallerie internazionali e fanno parte delle collezioni del MuCEM (Marsiglia), del Museo del Novecento (Milano), del GAMeC - Galleria D’Arte Moderna e di Contemporanea (Bergamo), mentre lo Studio Dabbeni di Lugano è la galleria di riferimento dell’artista.
La ragione nelle mani
Il progetto nasce dalla ricerca che l’artista ha attivato da molti anni in Valcamonica, valle montana situata nel cuore delle Alpi italiane. Attento agli aspetti sociali e antropologici dei contesti in cui opera, Stefano Boccalini ha tessuto con la Valle Camonica una relazione intima, che gli ha permesso di entrare in contatto con gli artigiani e le artigiane locali. In particolare la sua attenzione “è ricaduta - si legge nella nota stampa dedicata - su alcune pratiche artigianali che oggi assumono una forma quasi domestica, che non sono più in grado di creare economie significative e che inevitabilmente rischiano di scomparire. La volontà di lavorare in una dimensione locale nasce dall’esigenza di confrontarsi con un contesto reale, misurabile, come metafora della globalizzazione”. La ragione nelle mani si concentra sul linguaggio: “La parola, nel lavoro di Stefano Boccalini, si trasforma in materia e, attraverso la fisicità con cui viene messa in scena, risulta dispositivo di comunicazione e di riflessione su temi che riguardano le collettività, a partire da quelli che consideriamo i beni del comune. La parola diventa anche un luogo dove la diversità assume un ruolo fondamentale e diventa il mezzo con cui contrapporre al valore economico il valore del comune”.
Nove parole intraducibili in italiano, appartenenti a lingue differenti di cui alcune minoritarie, sono state realizzate nella forma di sette manufatti-sculture attraverso quattro tecniche artigianali: la tessitura dei Pezzotti (tappeti), il ricamo “punto e taglio”, l’intreccio e l’intaglio del legno. I manufatti sono stati realizzati durante quattro laboratori tenuti in valle da altrettanti artigiani e artigiane con otto giovani apprendisti e apprendiste, selezionati/e tramite bando pubblico. “I laboratori - viene specificato nel comunicato - hanno permesso non solo di ragionare assieme sul valore della scultura sociale come simbolo della memoria collettiva ma anche di riattivare un rapporto sano con l’economia locale, permettendo ai più giovani di riscoprire il valore del lavoro manuale e di farsi custodi attivi di tecniche preziose da reinterpretare. Mettere in rapporto una condizione locale come quella della Valle Camonica e dei suoi saperi artigiani con parole intraducibili provenienti da lingue e culture diverse è il modo con cui Stefano Boccalini fa emergere un concetto di biodiversità come bene prezioso da contrapporre all’omologazione”. L’esperienza trova continuità nell’apertura di CàMon - Centro per l’Arte e l’Artigianato della Montagna a Monno - piccolo comune dell’alta Valle Camonica - inaugurato il 17 luglio 2021 con la direzione artistica di Stefano Boccalini, con l’obiettivo di diventare luogo di scambio tra saperi intellettuali e manuali a confronto con il territorio, di formazione e di collaborazione tra artisti, artigiani e giovani generazioni.
