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I bambini e l'educazione alla tecnologia digitale: la parent coach Veronica Remordina si racconta
Veronica Remordina, coworker di Cittadellarte, ha tenuto un intervento a TEDx Biella sul tema della tecnologia digitale e del relativo impatto con le giovani generazioni. La parent coach, ai nostri microfoni, ha fatto il punto sulla questione e ha offerto alcuni spunti per un utilizzo virtuoso.
Arte e società
Veronica Remordina mette in luce le linee guida del suo speech: “Se da un lato, la tecnologia digitale - racconta - è un tema nuovo per noi adulti, dall’altro lato per i bambini e i ragazzi è, senza ombra di dubbio, parte integrante delle loro vite fin dalla nascita. La scuola fa il possibile per approfondire la questione, così come i genitori, ai quali è chiesto di andare oltre le loro convinzioni affrontando temi nuovi. Alunni e figli, però, non diventano competenti in questo ambito semplicemente con un tablet in mano, ma è necessario fornire loro un'educazione ad hoc sull'utilizzo degli strumenti tecnologici”. Per questo processo è doveroso cambiare la loro prospettiva di utilizzo: “Spesso - argomenta la parent coach - i giovani usano i dispositivi solo come fruitori passivi e, così, diventano dei tester delle nuove app e dei videogiochi. Un modo per aiutarli a diventare più consapevoli è quello di insegnare loro il linguaggio della programmazione. La tecnologia è positiva: avendo le competenze giuste è possibile usarla a proprio vantaggio”.

Come educare, quindi, i ragazzi alla digitalizzazione? “Durante il mio intervento a TEDx Biella - risponde - ho elencato alcune delle competenze fondamentali, che ho sintetizzato in cinque punti. Il primo, come accennato, riguarda il linguaggio della programmazione: è importante che i genitori diano questo tipo di formazione ai figli, anche non direttamente. Il secondo è allenare il loro pensiero flessibile: in un contesto così mutevole come quello attuale la flessibilità permette ai figli di 'muoversi nel cambiamento' con più facilità. Contestualizzando: tanti posti di lavoro di oggi, fra qualche anno non esisteranno più e avere un pensiero flessibile aiuterà i giovani ad affrontare meglio il cambiamento. Il terzo punto è allenare la loro soglia attentiva e di concentrazione. A questo proposito, è importante svolgere con bambini e ragazzi i giochi e le attività che preferiscono, aiutandoli così ad entrare in un flusso che li tenga concentrati in quello che fanno. I giovani hanno una soglia di attenzione bassissima, perché sono esposti fin da piccoli a moltissimi stimoli, soprattutto quelli che arrivano dal mondo digitale”.
I consigli di Veronica Remordina continuano con altri due aspetti: "La quarta competenza - prosegue la comportamentalista familiare - è allenare il loro pensiero computazionale, ovvero la capacità di un individuo di dare delle istruzioni a un altro soggetto o a una macchina, affinché esso/a porti a termine un compito o raggiunga un risultato. L'ultima è accogliere amorevolmente i desideri di bambini e ragazzi, che spesso sono insoddisfatti e si rifugiano nello smartphone per cercare di ovviare a una mancanza".
La parent coach conclude delineando le possibili prospettive sociali del rapporto uomo-tecnologia: “Ad oggi non conosciamo le 'conseguenze' della vita digitale. Nessuno, finora, ne è stato esposto dalla nascita alla vecchiaia e questo è un motivo in più per acquisire risorse e competenze su quest'ambito. La tecnologia fa parte delle nostre vite e ci sono due opzioni per approcciarsi ad essa: la prima è quella di considerarla negativamente o con timore e, in questo caso, sarà difficile farla fruttare a proprio vantaggio; la seconda opzione, quella da me sostenuta, è di passare attraverso un'educazione specifica, in modo tale che la tecnologia stessa ed il digitale vengano utilizzati come un mezzo per raggiungere degli scopi, in modo responsabile e vantaggioso”.