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Coronavirus, l'Italia è zona rossa. Il presidente della Regione Piemonte Cirio: "Ecco cosa cambia da oggi"
Ieri - 9 marzo - il presidente del consiglio Giuseppe Conte ha annunciato misure restrittive per l'intero paese che sono in vigore da oggi. La prima regola? Evitare ogni spostamento ingiustificato: è consentito uscire dalla propria abitazione solo per recarsi a lavoro o per qualsiasi situazione di emergenza o stato di necessità. A livello regionale, Alberto Cirio ha illustrato le novità con un video-intervento nei suoi canali social: "Le nuove regole sono fondamentali per salvare le nostre vite".
Cronaca Biellese
Nella serata di ieri è intervenuto, con una diretta sulla sua pagina Facebook (proposta a fondo articolo), il Presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio per fare chiarezza e argomentare le novità. “Dopo una videoconferenza tra noi presidenti delle regioni e Conte - ha esordito - abbiamo analizzato se le ultime misure che il governo aveva adottato erano sufficienti per contenere il contagio del Coronavirus. Siamo partiti dai dati, regione per regione: nel mio caso, in Piemonte, si sono registrati 13 decessi, 380 persone positive al contagio e 61 ricoverati in rianimazione”. Da quest'ultimo numero si evince che sono 61 i letti occupati: "L'occupazione dei letti di rianimazione - sottolinea Cirio - è la vera soglia di gravità per la gestione del Coronavirus, perché viene considerata un'influenza un po' più grave, ma è una malattia che impone ad una parte di quelli che risultano positivi al test di essere ricoverati in sede di terapia intensiva o sub-intensiva”. I posti, però, sono limitati ed occorre contenere i contagi. Un processo che richideva misure ancor più rigide: fino a ieri c'erano distinzioni tra zone rosse e arancioni, ad esempio, ma col nuovo decreto tutto cambia: “Non esistono più - specifica Cirio - differenziazioni. Abbiamo - lui e gli altri presidenti delle regioni, ndr - chiesto a Conte una misura unica e uguale per ogni parte d'Italia. Questo contagio, infatti, lo vinciamo soltanto se la gente rimane a casa e solo se le regole sono uguali per tutti”. Il riferimento del politico italiano - lui stesso positivo al Coronavirus - è a coloro che non hanno rispettato i precedenti suggerimenti di buon senso, spostandosi per intrattenimento personale in montagna o in altre zone a rischio di assembramento. “Il senso di responsabilità - afferma con fermezza Cirio - è stare a casa. Questo il governo lo ha capito, lo ha condiviso e lo ha esteso subito col nuovo decreto”.
Cirio, dopo aver messo in luce il dietro le quinte della vicenda, ha illustrato quali comportamenti vanno adottati dalla popolazione, a livello nazionale e locale: “La prima regola da oggi fino al 3 aprile? Evitare ogni spostamento ingiustificato: bisogna uscire da casa solo per andare a lavorare o per qualsiasi situazione di emergenza o stato di necessità. E non si può fingere di avere un'urgenza, perché i controlli finalmente ci saranno e una persona dovrà autocertificare il motivo del suo spostamento”. Nel dettaglio, è possibile recarsi a lavoro senza alcuna limitazione. “L'economia e il lavoro - ha sottolineato il politico - non si fermano. Ma non si può uscire per svago o shopping da adesso fin quando l'emergenza del Coronavirus non sarà rientrata. So che è un disagio, ma lo facciamo per salvare la vita di tante persone, soprattutto quelle anziane, che sono le più vulnerabili. Noi glielo dobbiamo: possiamo anche cambiare le abitudini della nostra vita per qualche settimana per difendere l'integrità e la salute di molte persone”.
Da oggi, inoltre, sono sospese tutte la manifestazioni pubbliche e private, oltre agli eventi ludici, sportivi (chiuse, ad esempio, le stazioni sciistiche e sospeso il campionato di calcio) e fieristici. La situazione coinvolge anche i luoghi di culto: la conferenza episcopale, come affermato da Cirio, ha già stabilito di ridurre e vietare le messe; nelle chiese ci si potrà recare solo se verranno garantite misure organizzative tali per cui si vieti l'assembramento, con distanza minima di almeno 1 metro tra una persona e l'altra. Le limitazioni di ‘spazio’ riguardano anche i supermercati, mentre bar e ristoranti potranno aprire solo dalle 6 alle 18. “Dobbiamo muoverci il meno possibile. Iniziamo a vivere - conclude il politico - sulla base di questo nuovo regime di regole, da adottare non soltanto per l'eventuale sanzione in caso di violazione, ma perché possono salvare le nostre vite”.
https://www.facebook.com/alberto.cirioii/videos/218792992828505/