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"Brainart", in Lombardia l'arte incontra la tecnologia e la neuroscienza
ll 10 maggio prende il via “Brainart Tour”, tra Milano, Lecco, Monza e Bergamo, con il convegno e l’inaugurazione della mostra - realizzata con la collaborazione di Juan Sandoval, direttore Ufficio Arte di Cittadellarte - che mettono il luce le nuove frontiere di un approccio artistico-creativo e tecnologico-multimediale nella cura dei soggetti con patologie dementigene. Nel contesto della conferenza, che si terrà martedì mattina, sarà proposto un dialogo tra Michelangelo Pistoletto e il giornalista Michele Farina.
Arte e società


Il convegno vedrà intervenire i seguenti relatori: il presidente di Need Institute Foundation Massimo Corbo, che introdurrà presupposti e finalità di Brainart; il ricercatore Danilo Spada, con un focus su "La sonificazione del movimento e il tango in persone fragili"; la direttrice Museo Vela Ligornetto Gianna Mina e la ricercatrice Maria Chiara Ciaccheri, entrambe chiamate ad approfondire “La sonificazione degli spazi museali e delle opere come stimolo attentivo e sociale”; il dottor Matteo Sozzi, che presenterà il tavolo interattivo realizzato proprio nell’ambito del progetto e in grado di stimolare le capacità cognitive dei pazienti attraverso coinvolgenti serious games a tema musica e arte. “Quella di martedì sarà una mattinata che permetterà - si legge nella nota stampa dedicata - di ripercorrere una sperimentazione che in questi anni ha reso la tecnologia e l’arte strumenti protagonisti di una nuova metodologia di riabilitazione, stimolazione e mantenimento delle capacità cognitive, centrale per favorire la comunicazione tra pazienti, familiari e caregivers e abbattere lo stigma sociale che talvolta affligge e isola le persone affette da demenza. Dai serious games del tavolo interattivo progettato da Stefano Fumagalli e Dario Galbusera all’unione di attività motoria e musica, con oltre 80 persone fragili che in questi mesi hanno sperimentato il tango come occasione di condivisione e benessere, fino alla sonificazione del Museo Vela di Ligornetto in Canton Ticino, che grazie a tre percorsi che danno sonorità agli spazi e voce alle opere esposte permette una maggiore e migliore accessibilità”.
La giornata del 10 maggio sarà anche l’occasione, come anticipato, per visionare in anteprima la mostra promossa in collaborazione con Regione Lombardia e che attraverso 12 pannelli ideati in collaborazione con Juan Sandoval, direttore ufficio Arte di Cittadellarte, e dal fotografo Damiano Andreotti mette in luce proprio la filosofia del progetto. Un allestimento che pone l’accento, in particolare, sui rapporti tra le persone – ospiti e operatori nelle diverse strutture coinvolte dalla sperimentazione – così da trasmettere il senso e l’importanza del mondo della cura, e che di pannello in pannello affronta diversi aspetti centrali nel progetto. Una mostra, ancora, che resterà in Piazza Città di Lombardia di Milano dal 9 all’11 maggio e che nei giorni successivi raggiungerà Lecco (in Piazza Cermenati, dal 12 al 18), Monza (in piazza Trento e Trieste, dal 20 al 25) e Bergamo (Sentierone, dal 26 maggio al primo giugno).


“L’appuntamento del 10 maggio – ha affermato Angelo Riva, presidente di CRAMS Lecco e ambasciatore Rebirth/Terzo Paradiso – e il successivo tour della mostra in alcuni dei capoluoghi lombardi è un momento fondamentale del progetto BRAINART. Saranno tanti gli argomenti, le sperimentazioni, i risultati su cui sia il governo della salute lombarda e le sue strutture territoriali e gestionali, sia gli operatori di diversi settori potranno valutare e confrontarsi su approcci funzionalmente e strutturalmente nuovi nell’approccio alle patologie dementigene che stanno avendo sempre più impatto nelle nostre comunità. Durante questi anni di ricerca sono stati creati ponti operativi e di pensiero tra settori differenti dell’arte e della cultura, della tecnologia, della ricerca clinico-scientifica, che hanno collaborato strettamente alla sperimentazione e alla ricerca di nuove pratiche su un gruppo di oltre 110 pazienti-ospiti di strutture residenziali e diurne sociosanitarie lombarde e svizzere. A oltre 250 caregivers è stata offerta una formazione con una prospettiva di ristoro basata sulla costruzione di una comunità di cura diffusa: partendo da nuove pratiche sociali di comunità si potrà infatti contribuire a disegnare in modo innovativo le ‘case di comunità’ su queste tematiche. L’idea di una rilocalizzazione della cura, della prevenzione e della riabilitazione, che sta prendendo forma proprio in questi mesi post-pandemici - ha concluso - potrà trovare spazio di discussione con nuove proposte di attivazione della cittadinanza e di inserimento delle strutture della cultura e dell’arte nel supporto dell’invecchiamento attivo e nella cura di patologie dementigene”.