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Assorbimento CO2, le foreste pluviali sono a rischio
Uno studio pubblicato su "Nature" ha posto sotto i riflettori una criticità ambientale: le foreste tropicali stanno perdendo la loro capacità di assorbire anidride carbonica. Ecco dettagli e prospettive emerse alla ricerca.
Arte e società
Il processo di assorbimento è reso più complesso dalle temperature più elevate, della siccità e della deforestazione. “Finora gli umani sono stati fortunati – ha ammonito Simon Lewis – poiché le foreste tropicali stanno assorbendo molto del nostro inquinamento, ma non possono continuare a farlo indefinitamente. Dobbiamo frenare le emissioni di combustibili fossili prima che il ciclo globale del carbonio inizi a lavorare contro di noi. Il momento per agire è ora”. L'antropocene, ancora: i polmoni verdi del nostro pianeta, fonte di vita (metaforica e non), si stanno deteriorando a causa dell'uomo.
Se si volge lo sguardo ai numeri e alle statistiche, si nota come l’assorbimento di carbonio dall’atmosfera da parte delle foreste tropicali abbia raggiunto il picco negli anni ‘90, ma con un peggioramento avvenuto negli ultimi tempi: vent'anni fa, infatti, erano circa 46 miliardi le tonnellate rimosse dall’aria (pari a circa il 17% delle emissioni di biossido di carbonio prodotte dalle attività umane); nei 10 anni appena trascorsi, invece, l’assorbimento è sceso a circa 25 miliardi di tonnellate, solo il 6% delle emissioni globali. Il problema è lampante: le foreste tropicali di ogni parte del globo si stanno sempre più saturando, al contrario le emissioni dell'uomo aumentano di anno in anno. Il risultato? Secondo quanto pubblicato su Nature, la capacità di assorbimento del carbonio - prendendo come riferimento le foreste africane - diminuirà del 14% entro il 2030. Sì, proprio l'anno a cui fa riferimento l'Agenda delle Nazioni Unite, il cui obiettivo è far prendere forma e concretizzare i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile. Ma lo scenario più preoccupante è in Amazzonia, dove si prevede che l'assorbimento del carbonio raggiunga addirittura lo zero entro il 2035.
I numeri parlano chiaro: si complica la lotta contro il cambiamento climatico.