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Arte, moda, nutrimento, sostenibilità: l'ambasciatrice Rebirth/Terzo Paradiso Alessia Montani a Cittadellarte
L'ambasciatrice Rebirth/Terzo Paradiso e fondatrice delle start-up M'AMA.SEEDS e Slow Flow mercoledì 1 dicembre ha visitato gli spazi della Fondazione Pistoletto e incontrato diverse figure chiave di Cittadellarte per porre le basi su future progettualità condivise. Montani ha fatto emergere ai nostri microfoni una serie di riflessioni sulla giornata e sulle realtà associative che la vedono protagonista.
Arte e società
“È incredibile - ha esordito ai nostri microfoni - quello che si riesce a vivere in questo luogo: ho intrapreso un viaggio nella conoscenza, nell’arte, nella cultura e nella sostenibilità; è un mondo a sé, a parte, che però ha voglia di essere assolutamente inclusivo”. Montani fa poi riferimento a un fattore chiave: la creatività. “Quando si ha a che fare con dei creativi (come alla Fondazione Pistoletto), e io mi ci metto, si inizia parlando di un argomento, ma poi diventano mille. Noi, infatti, da un progetto già ne abbiamo tre in cantiere. Cittadellarte per me è una casa della creatività”.
Montani, su nostro input, ha poi spiegato come a suo avviso si possono intrecciare arte, moda, cibo e sostenibilità trovando un equilibro: “Michelangelo Pistoletto e Cittadellarte - ha replicato - sicuramente se ne sono già occupati e molte risposte possono essere racchiuse nel simbolo del Terzo Paradiso. Per quanto mi riguarda noi vogliamo attraverso un consorzio di cui sono presidente salvaguardare, proteggere e diffondere le antiche semenze, un patrimonio completamente abbandonato, ossia quello della biodiversità agricola che oggi non ha una tutela normativa. Noi stiamo quindi predisponendo una legge di tutela, una diffusione e poi una divulgazione per chi non la conosce. Come sappiamo, l’Italia è la culla della biodiversità, ma nella trasformazione dei prodotti, purtroppo, questa diversità non esiste. Oggi - ha concluso - siamo un mondo della monocoltura, abbiamo allora fondato questo consorzio per la costituzione del Made in Italy dei semi. In questo modo l'italianità partirebbe proprio dall’origine e quindi dall’originalità della materia prima”.