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Alla Biblioteca Hertziana la proiezione del docufilm "La rivoluzione siamo noi"
L'istituto di ricerca della Società Max Planck dedicato alla storia dell'arte con sede a Roma nel Palazzo Zuccari ha organizzato per il pomeriggio odierno - 8 febbraio - un seminario dedicato all'opera filmica che vede fra i protagonisti Michelangelo Pistoletto. In occasione dell'incontro, proposto sia online sia in presenza, è in programma discussione con la regista Ilaria Freccia, l’autore Ludovico Pratesi e la Presidente di Cinecittà Chiara Sbarigia.
Arte e società
Il docufilm, come riportato in un nostro precedente articolo, fornisce uno spaccato della scena animata dagli artisti emergenti, suddivisa prevalentemente tra Torino, Roma e Napoli, e si nutre di un clima vitale e dinamico, con continui e fertili scambi tra arti visive, teatro, letteratura, musica e cinema. Sono proposti, in quest’ottica, contributi, spesso inediti, di Marina Abramovic, Lucio Amelio, Joseph Beuys, Alighiero Boetti, Achille Bonito Oliva, Germano Celant, Mario Franco, Jannis Kounellis, Sergio Lombardo, Mario Merz, Beppe Morra, Paolo Mussat Sartor, Hermann Nitsch, Luigi Ontani, Pino Pascali, Luca Patella, Michelangelo Pistoletto, Paola Pitagora, Lia Rumma, Tucci Russo, Fabio Sargentini, Piero Sartogo, Gian Enzo Sperone, Andy Warhol. Il documentario, infatti, si concentra sugli anni inebrianti che ha vissuto l’arte in Italia tra il 1967 e il 1977 e, come accennato, fa ampio utilizzo di interviste e di filmati realizzati dall’avanguardia italiana o da artisti stranieri che hanno soggiornato in Italia in quel periodo, da galleristi di fama internazionale o da curatori di caratura internazionale. “La prima opera d’arte che sia mai stata fatta – così Michelangelo Pistoletto in un estratto del film – è quella di un’impronta di una mano su una parete di una caverna. Questa è stata fatta da un’individuo (…). Poi noi vediamo molte mani sulla parete della caverna. Questo è il principio della società. Arte e società: è l’esempio di un’opera d’arte comune. Dunque, l’arte è politica”.